Il Forno di San Giovanni

E’ un’antica panetteria.  Durante gli ultimi decenni del XIX secolo i coniugi Pietro Spalla (Spaléj) e Angela Borsani (Angileu) gestivano un forno sito in Piazza Matteotti angolo Nord Via Emilia. Oltre al pane, Angela tutte le mattine confezionava una torta di pasta frolla chiamata in gergo “la torta di Cavour”, che consegnava puntualmente alla servitù di Casa Bertarelli e che serviva per la colazione dei padroni di casa, quando questi si trovavano a Pontecurone.[1]

Rimasta vedova, Angela si ritrovò a gestire il forno con la figlia Emma ed il garzone Vittorio Riscolo.  Intorno al 1890 Emma e Vittorio si sposarono[2] e condussero per alcuni anni questo forno, finché nel 1906 la famiglia Riscolo comprò un immobile nelle adiacenze della chiesa parrocchiale di San Giovanni e qui costruì un forno (che sarà sempre denominato “ar fùran da Spaléj”), una bottega ed un mattatoio, avviando una florida attività commerciale, ovvero una panetteria con annessa una salumeria.

I coniugi Emma Spalla[3] e Vittorio Riscolo morirono a breve distanza l’uno dall’altra, lasciando ai figli la loro attività.[4]  Il figlio Filippo[5],  trovandosi infine proprietario di tutto il patrimonio, nel 1921 sposò Luigina Colla[6] ed oltre al forno, essendo un valido norcino, aveva una salumeria di prim’ordine molto rinomata[7]. La doppia attività commerciale rimase tale fino al 1949-1950 quando la licenza del forno venne ceduta ad Aldo Lumelli che lo gestì per una decina d’anni. L’attività passò di mano: dapprima a Giovanni Fassi [8], poi a Gino Allesina e Felice Poggi, in seguito a Sergio e Tiziano Assolini che sfornarono pane e dolci per una decina d’anni ed infine dal 1 Giugno 1998 l’attività giunse a Stefano e Lorena Ferrari che la detengono tuttora.

Il negozio invece rimase alla famiglia Riscolo fino al 1956 quando Filippo morì improvvisamente.  Sistemate le pendenze ereditarie, Renza[9] vendette la licenza ed affittò il negozio ai coniugi Taverna[10] Guacciolo[11], che si occuparono di quest’attività solo qualche anno in quanto nel 1960 l’esercizio venne rilevato da Lino Taverna. Tra alterne vicende, il forno ed il negozio tornarono ad essere gestiti unitamente dagli Assolini e per un breve periodo dai Ferrari, che subaffittarono la bottega a Paola Colla che la gestì fino alla cessazione dell’attività.

Carla Rescia Bobbio

 

Note

[1] Camillo Benso Conte di Cavour (1810-1861) fu spesso ospite di Urbano Rattazzi (1808-1873) nel periodo estivo e soggiornò a Pontecurone in quella che in seguito divenne palazzo Bertarelli. Sembra che il conte gradisse la torta di pasta frolla.
[2] Ebbero cinque figli: Filippo (1893), Pietro, Maria (1901), Felicina (1906) ed un altro morto infante.
[3] Morì nel 1923.
[4] Il patrimonio in quei tempi rimaneva di proprietà degli eredi maschi mentre alle femmine andava la legittima.
[5] Liquidò il fratello Pietro che avvìa il bar Commercio ea alle sorelle Maria e Felicina assegnò a ciascuna una dote di 5000 lire.
[6] Nacquero: nell’Aprile 1922 Vittorina che si dedicò all’insegnamento (sposò Giuseppe Badino di Arenzano dove si trasferì definitivamente e non ebbe figli) e il 24 Aprile 1926 Renza, che aiutò nell’impresa di famiglia.
[7] Il cognato del cav. Pagano veniva apposta da Milano a rifornirsi dei salumi di Riscolo.
[8] Che tenne l’attività solo un pio d’anni
[9]Contrasse matrimonio con Italo Pastore nel 1952 e da questo matrimonio nacquero due figli: Maria Pia nel 1955 e Piero nel 1958
[10] Edoardo Taverna e Iride Guacciolo
[11] Giuseppe Guacciolo e Lidia Gatti qualche anno dopo rilevarono il negozio di chincaglieria di Antonio Massone.